Lo zucchero avrebbe effetti sul cervello come una droga, crea dipendenza

La scoperta fatta da un gruppo di ricercatori della Università di Princeton, New Jersey, che i consumatori “golosi” sarebbero in realtà tossicodipendenti da zucchero, rappresenta un importante conferma di ciò che molti, da tempo, sospettavano e che lo zucchero sia una di droga con effetti sul cervello simili a quelli di altre sostanze stupefacenti.

Nel meeting del College americano di Neuropsicofarmacologia a Scottsdale, in Arizona, Bart Hoebel, neuroscienziato che ha coordinato i ricercatori, ha presentato uno studio effettuato su cavie a cui veniva data una dose di acqua con elevato contenuto di zucchero, dopo che avevano trascorso una notte a digiuno.

Dopo alcune settimane di trattamento le cavie mostravano evidenti segni di impazienza e frenesia come i soggetti tossico dipendenti quando sono in attesa di una nuova dose.

La ricerca ha dimostrato che nel cervello di queste cavie era riscontrabile un aumento della dopamina nel “nucleus accumbens” in cui, come da tempo è ben conosciuto, l’abuso di droghe provoca il rilascio della dopamina.

I ricercatori hanno verificato che l’abuso di zucchero provoca lo stesso effetto.

Secondo il professor Pierfranco Spano, docente di farmacologia e tossicologia presso l'Università degli Studi di Brescia il meccanismo presentato dai ricercatori di Princeton è perfettamente plausibile.

I meccanismi di ricompensa, che risiedono nel cervello mediano gli effetti provocati dalle sostanze stupefacenti provocando “comportamenti appetitivi, quelli cioè in cui l’organismo mette in atto comportamenti flessibili e generici di ricerca e di approccio comuni ai più diversi stimoli (cibo, acqua, sesso, caldo)", stimoli che giungono dal Mesencefalo al Nucleus Accumbens fatto di due parti una detta 'core' e l’altra detta 'shell o conchiglia', la quale scatena appunto i comportamenti appetitivi.

Pur in mancanza, per ora, di una teoria che possa supportare e spiegare pienamente questa scoperta, il lavoro del professor Bart Hoebel sembra essere un primo ed importantissimo passo perché, come ha affermato il professor Spano, il patrimonio genetico e lo sviluppo post natale spingono le persone a consumare alcool o zucchero o sostanze stupefacenti come la cocaina.

“La scelta dell’oggetto della dipendenza”, conclude Spano, “ si fa in base ad esperienza e predisposizione personale, fronte che la scienza sta maggiormente indagando".

La scoperta di Hoebel potrebbe avere importanti effetti sui soggetti che soffrono di disturbi dell’alimentazione come la bulimia.

Per sentirci un poco più tranquilli, c’è da dire che secondo gli scienziati sono necessarie dosi massicce di zuccheri per provocare l’assuefazione e la dipendenza, e quindi non bisogna rinunciare a fine pasto, se vi piace ad un buon dessert, anche perché se sono fatti bene, oltre che a darvi energia fanno anche bene alla salute mentale.

Antonio Luzi

Pubblicato 23/9/2013

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Eccessivo consumo di zuccheri

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