Federanziani, priorità al vaccino stagionale
Se si continua a "focalizzare l'attenzione solo su un virus influenzale che non desta particolare preoccupazione" a cui si aggiunge "una errata informazione, sempre più incontrollata, c'è il rischio di veder triplicate le morti per le complicanze dell'influenza stagionale".
E' la convinzione del Centro Studi Sic di Federanziani, sottolineata in una nota da Roberto Messina, presidente della federazione che chiede subito l'avvio di una campagna vaccinale contro la 'normale' influenza negli anziani.
"Il fatto più grave - spiega Messina - è che si sta perdendo di vista l'obiettivo per il quale si è lavorato da decenni. Solo dopo anni e anni si è riusciti a dare una copertura vaccinale al 60-65% degli anziani su tutto il territorio nazionale. E, nonostante ciò, ogni anno per le complicanze dell'influenza muoiono in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, ben 8.000 persone di cui l'84% (pari a 6.700 decessi) è over 65".
Per Messina "l'allarmismo che si sta creando intorno al virus A/H1N1 ha di fatto mandato fuori controllo la macchina organizzativa che ogni anno, se pur con qualche difficoltà, riusciva comunque a far vaccinare contro l'influenza stagionale gli anziani".
Federanziani ribadisce che il rischio epidemiologico pandemico va affrontato con metodo. E che lo slittamento della vaccinazione preventiva stagionale, o addirittura il mancato raggiungimento della copertura vaccinale del 65% degli anziani, "farà 'impennare', è una certezza, il saldo dei morti per complicanze", dice Messina. Morti che potrebbero triplicare, arrivando dalle attuali 8 mila a 24 mila.
E tutto questo per non aver dato "la possibilità agli anziani di vaccinarsi preventivamente, come da circolare ministeriale, sapendo perfettamente che l'influenza A/H1N1 non ha nulla a che vedere con quella epidemia che colpisce ogni anno la popolazione, e che ha come conseguenza un elevato tasso di mortalità da complicanze.
L'influenza stagionale ogni anno bussa alla porta e miete le sue vittime: il bieco ritardare e il silenzio di chi dovrebbe vigilare e prevenire affinché le morti non aumentino, dimostrano una gestione poco etica della prevenzione in Italia", conclude Messina.
Pagina pubblicata il 14 settembre 2009