Fiaso, l'e-health cresce con fascicolo sanitario elettronico
E' utile a tagliare gli sprechi in sanità, perché riduce le duplicazioni di analisi e prestazioni. Ma serve anche a medici di famiglia, specialisti e ospedalieri per comunicare tra loro via web accedendo istantaneamente a tutte le informazioni cliniche che riguardano l'assistito.
E se ne avvantaggia anche il paziente che, in prospettiva, potrà leggere comodamente dal proprio Pc il risultato di un'analisi e avere a disposizione tutta la storia clinica, ricette e referti compresi.
E' il Fascicolo sanitario elettronico (Fse), in fase già avanzata di sperimentazione in quasi metà delle Regioni italiane e già, in qualche modo, utilizzato nel 43% delle Asl, nel 62% delle aziende e dei presidi ospedalieri, cioè 3 su 5, oltre che nel 19% degli ambulatori territoriali.
A fare il punto in Italia sulla diffusione di questo strumento, fulcro della sanità elettronica, è la Federazione italiana delle aziende sanitarie ed ospedaliere (Fiaso) che venerdì a Firenze ha riunito esperti italiani ed europei per valutare le prospettive di diffusione e di utilizzo del Fascicolo.
I dati evidenziano che il fascicolo elettronico non è più uno sconosciuto per il 71% dei medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, il 67% dei camici bianchi ospedalieri e specialisti e il 29% degli infermieri, mentre la 'copertura' trai i farmacisti è solo del 5%.
Con il Fse vengono gestite il 52% delle prestazioni specialistiche e ospedaliere, un 33% di quelle farmaceutiche e il 24% per quelle di Pronto soccorso.
Risultati importanti ma ancora poco 'visibili' ai cittadini, visto che la nuova arma sanitaria online è ancora nella fase sperimentale del prototipo e l'accesso ai dati, salvo rare eccezioni, è al momento riservato solo al personale sanitario.
Solamente il 43% delle Regioni, inoltre, dichiara di gestire almeno una parte dei propri contenuti informativi sanitari all'interno del Fse. E con particolare prevalenza per la gestione di prescrizioni, prestazioni, referti, lettere di dimissioni, emergenza-urgenza, patologie e cronicità. Il fascicolo, però, è diffuso in modo molto difforme tra le Regioni e questa volta il Sud non arranca.
Pagina pubblicata il 17 gennaio 2010