Fini, si arrivi al biotestamento con civiltà
Di Gianluca Casponi «Si può arrivare a legiferare sul biotestamento attraverso un discussione serena, civile e che non arrivi alle distorsioni dettate del 'tifare' per una parte o per l'altra».
Questa è l'opinione espressa da Gianfranco Fini che giovedì scorso ha partecipato alla Camera alla presentazione del libro 'Nelle tue mani. Medicina, fede, etica e diritti' scritto dal senatore e chirurgo Ignazio Marino.«Trattando questioni così delicate - ha detto il Presidente della Camera - non possiamo fare a meno di cercare di entrare nei panni di chi vive sulla propria pelle situazioni che sfiorano molto da vicino i limiti dell'etica.
Dobbiamo chiederci con onestà intellettuale e sensibilità umana, cosa faremmo se ci trovassimo in prima persona nel dramma di quel padre o di quel figlio.
Auspico con forza - ha ribadito la terza carica dello Stato - che in Parlamento si sviluppi una discussione il più possibile serena e civile. In questi ambiti l'appartenenza politica deve essere accantonata e deve prevalere la proprio coscienza.
Ignazio Marino ha proposto il proprio uovo di Colombo: una legge semplice, con pochissimi articoli, che sia in grado di garantire le posizioni di tutti e consenta di superare il muro contro muro.
«Il testo in discussione - ha detto Marino - impone a tutti, senza distinzioni, procedure mediche come la nutrizione e l'idratazione artificiale, senza la possibilità di esprimersi in merito.
Io propongo - ha aggiunto il Senatore - di fare un passo indietro e di scrivere una legge che stabilisca l'obbligo di garantirne la somministrazione a tutti ad eccezione del caso in cui la loro sospensione sia espressamente dichiarata nel testamento biologico».
Pagina pubblicata il 07 marzo 2010