Chirurgia, -30% di iscritti alle specializzazioni
Sono sempre meno i giovani italiani che decidono di intraprendere la carriera da chirurgo: nel 2008 c'è stato infatti un calo del 30% degli iscritti alle scuole di specializzazione in chirurgia rispetto all'anno precedente.
E' il dato principale emerso dal primo Congresso congiunto italo-francese di chirurgia endocrina, che ha visto ieri per la prima volta riuniti alla Cattolica di Roma oltre 800 specialisti della Federazione italiana delle società di chirurgia endocrina (Siec, Uec, Sictc) e la Società francese di chirurgia endocrina (Afce), ovvero due tra le migliori scuole riconosciute a livello mondiale nel campo dell'endocrino-chirurgia.
Le cause di questo fenomeno sono legate anche al rischio di denunce, assicurano gli esperti: 8 medici su 10, un giorno, riceveranno una richiesta di risarcimento e saranno accusati ingiustamente di malpractice.
"La realtà che noi chirurghi viviamo - spiega Rocco Bellantone, presidente del congresso e segretario della Società italiana di chirurgia (Sic) - è molto diversa dall'immagine che ha il pubblico: esistono problemi di natura legale e istituzionale che stanno sempre più allontanando i ragazzi da questa professione". Tra le motivazioni, probabilmente, anche un evidente stress legato alla professione.
Pochi spazi per la vita privata, età media molto alta per i primi grossi interventi. "Bisogna far ritrovare l'entusiasmo ai giovani per la professione da chirurgo - ribadisce Bellantone - e per fare questo abbiamo bisogno di scuole che preparino i chirurghi ad essere in grado, subito dopo la specializzazione, di effettuare qualsiasi tipo di intervento.
Inoltre - conclude il segretario Sic - abbiamo bisogno di una riforma delle regole sulla responsabilità del medico in sede civile". A tal proposito, in questi giorni, il Senato sta discutendo un nuovo disegno di legge.
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Pagina pubblicata il 17 giugno 2009