I neonati ricordano la musica ascoltata negli ultimi 3 mesi di gravidanza
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Helsinki ha pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Plos One sulla capacità dei neonati di ricordare la musica che hanno ascoltato nell'ultimo trimestre di gravidanza.
Da molto tempo si sosteneva che nel periodo di accrescimento fetale e soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza il feto non vivesse in un mondo chiuso a tutto ciò che proviene dall'esterno, ma fosse in grado di ascoltare suoni, di abituarsi al tono della lingua materna, come venne pubblicato, crediamo a gennaio di questo anno sulla rivista "Acta Pediatrica" in cui l'autrice disse che il passo successivo sarebbe stato quello di scoprire qual'è la magia che scatta nella prima infanzia, quando i piccoli sono come spugne. Una magia che sembrerebbe sparire in età adulta.
Cosi come da molto tempo si sostiene che far ascoltare al bambino la musica di Mozart faccia bene e favorisca lo sviluppo.
Ora questo studio finlandese dimostra che nel cervello del feto si inizia ad attivare la memoria a lungo termine, quella che permette di "catalogare e memorizzare".
Nello studio effettuato in Finlandia i ricercatori hanno analizzato le variazioni neurali utilizzando il metodo Brain's Event-related- potentials (ERPs) cioè dei potenziali evento correlati, ossia studiando le modificazioni del segnale EEG (variazioni del potenziale elettrico) che fanno seguito ad uno stimolo che può essere visivo o uditivo, come nel caso della ricerca.
Durante l'ultimo trimestre di gravidanza, le madri del gruppo di apprendimento, 12 donne finlandesi con gravidanze fisiologiche, hanno ascoltato e fatto ascoltare ai feti, la canzoncina infantile Twinkle Twinkle Little Star 5 volte alla settimana, mentre un altro gruppo non ha fatto ascoltare musica durante l'ultimo trimestre.
Dopo la nascita, e di nuovo all'età di 4 mesi, hanno fatto ascoltare ai neonati una melodia modificata, in cui alcune delle note sono state cambiate mentre sono stati registrati i potenziali (ERP) sia per le note invariate che per quelle modificate.
Gli ERP sono stati registrati anche da un gruppo di controllo, che non ha ricevuto la stimolazione prenatale.
I risultati mostrano che la vasta esposizione prenatale ad una melodia induce rappresentazioni neurali che durano per diversi mesi.
Si tratta, secondo Minna Huotilainen, autrice della ricerca, del primo studio che riesce a documentare le basi della memoria fetale.
I ricercatori hanno dichiarato che pur avendo già dimostrato che i feti possono imparare, noi "non sapevamo quanto tempo avrebbero potuto conservare le informazioni", mentre ora sappiamo che gli effetti dell'apprendimento rimangono nel cervello per lungo tempo".
Ciò di cui ancora si sa poco è sugli effetti negativi a cui può essere stato sottoposto un feto sviluppatosi in situazioni molto rumorose a causa del luogo di lavoro della madre nell'ultimo trimestre di gravidanza.
A questo sta tentando di dare una risposta il Finnish Institute of Occupational Health, con un importante progetto di ricerca su questo tema.
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17 novembre 2013