Abrogare la norma cancella riposi
La FNOMCeO ha scritto una lettera al Ministro Sacconi per chiedere l'abrogazione del comma del decreto 112 che modifica i limiti settimanali e cancella il diritto al riposo.
I tempi di lavoro e di riposo per i medici sono strettamente legati alla sicurezza delle cure ai pazienti. Sono da cancellare, dunque, le nuove indicazioni contenute nella 'manovra d'estate' che modificano l'orario di lavoro anche per i camici bianchi del servizio pubblico, con l'eliminazione degli attuali limiti settimanali e il diritto al riposo.A chiederlo al ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, è Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) in una lettera in cui si sottolinea che abrogare il comma in questione del decreto 112, durante la prosecuzione dell'esame al Senato, "sarebbe un segnale politico fortissimo di attenzione e comprensione delle nostre preoccupazioni".
Anche perché questa norma "è vissuta da tutti i medici - continua il presidente dei camici bianchi italiani - come una violenza, ingenerosa e ingiusta, nei principi prima ancora che nei fatti, determinando un profondo vulnus di affidabilità nelle istituzioni che testimonierebbero, al di là delle intenzioni, il loro disinteresse a perseguire nei fatti organizzazioni del lavoro sicure e di qualità".
In ogni caso, aggiunge il presidente Bianco, "i medici, come tutti gli altri professionisti della sanità, faranno comunque il loro dovere coprendo, quando necessario, con il proprio tempo di vita un irrazionale tempo di lavoro. Il loro senso di responsabilità merita dunque più fiducia e il loro impegno fisico e psichico più rispetto".
Nella lettera il presidente dei medici italiani, inoltre, si è detto convinto che Sacconi voglia "dare concreto seguito alle dichiarazioni formulate a Fiuggi" alla prima conferenza nazionale dei camici bianchi, poi ripetute alla Camera, per "un intervento normativo a consolidamento della professione medica".
Bianco ha sottolineato le difficoltà della classe medica anche ricordando le difficili sfide che si preparano per la sanità - invecchiamento della popolazione, nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche sofisticate e costose che aumenteranno le spese, crescita della domanda di salute e benessere - e che devono essere conciliate con la sostenibilità e l'equità del sistema. Una minaccia per il Ssn è anche "la questione non compiutamente risolta dei rapporti tra politica e gestione", si legge nella lettera.
"Nella morsa di questa tenaglia - afferma - è stretta la stragrande maggioranza della nostra professione fatta di operatori anonimi ma capaci e laboriosi che reggono il sistema nel suo complesso, talora illuminati da qualche benevolo bagliore di luce riflessa delle eccellenze, più spesso offesi dagli schizzi di fango di quanti sviliscono il loro esercizio professionale ad una mera pratica mercantile talora corrotta e corruttrice".
Per questo Bianco chiede a Sacconi di "guardare a questi capaci e laboriosi che già oggi, ma ancor di più domani, sono chiamati al compito straordinario di garantire, sotto il profilo tecnico professionale, civile e deontologico, fondamentali diritti del cittadino e della persona".
Garanzie di attenzione sono state offerte in molte occasioni pubbliche, ammette il presidente della Fnomceo, "ma abbiamo bisogno di segnali chiari di comprensione e prossimità del Governo ai nostri problemi".
Pagina pubblicata il 22 luglio 2008