Sanità pubblica a rischio, per Balduzzi nessuna ipotesi di privatizzazione
Dopo aver picconato senza pietà la previdenza, Monti passa alla demolizione della sanità pubblica? Si, sembra proprio di così.
Il premier la prende alla lontana dicendo che "la sostenibilità futura dei sistemi sanitari nazionali, compreso il nostro di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni".
Si è possibile, e questa potrebbe essere l'ulteriore "grande impresa" qualora le lobby di banchieri, industriali e assicuratori che lo sostengono riuscissero ad ottenere un Monti-bis.
Se si guarda la storia di questo governo, anche se breve, quello che emerge in modo inequivocabile è che tutta la sua attività zoppica, nel senso che si poggia su una sola gamba, quella dei soliti noti: pensionati, lavoratori e ultimi della terra.
Alle parole preoccupanti di Monti pronunciate in videoconferenza a Palermo, le reazioni non si sono fatte attendere. In una nota congiunta Cecilia Taranto, segretaria Nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp-Cgil Medici hanno attaccato: "Il premier Mario Monti non può permettersi certe preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale dopo averlo ridotto all'osso. Se il Governo ha intenzione di privatizzare, come denunciamo da mesi, lo dica. Noi lo combatteremo. Ma non può affamare la bestia per poi svenderla".
Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha cercato di correre ai ripari interpretando ai microfoni di Rai Radio1 le parole del premier: "il governo attualmente crede che il Servizio Sanitario sia economicamente sostenibile attraverso operazioni di riorganizzazione e ristrutturazione che non sono tagli ai servizi, ma sono la loro ottimizzazione. Se continuiamo a parlare di tagli del governo, generiamo nell'opinione pubblica una situazione di incertezza".
Insomma, per Balduzzi "è una tempesta in un bicchiere d'acqua". Il ministro spiega a Sky Tg24 che il premier ha "solo posto un problema sulla sostenibilità futura dei sistemi sanitari incluso il nostro, in questo senso ha posto una domanda sull'opportunità di affiancare al finanziamento a carico della fiscalità generale, forme di finanziamento integrativo".
Anche il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, commenta le parole di Monti per difendere la sanità pubblica: "non vanno bene i tagli lineari ma bisogna mettere il cacciavite nella macchina. Se arriviamo a due sanità per chi ha più e chi meno, siamo al disastro sociale e economico".
Insomma, la guardia è alta e deve restare altissima. Monti si è insediato a Palazzo Chigi con la promessa di un'azione di governo imperniata su tre pilastri fondamentali: rigore, crescita ed equità.
I risultati deludenti sono sotto gli occhi di tutti, ne vogliamo davvero parlare?
Pubblicato 28/11/2012