Nausea e vomito in gravidanza: i farmaci
Moltissime donne accusano nausea e vomito in gravidanza, più di quante siano così fortunate da non averne.
Il 50 delle donne in gravidanza soffre di nausea e vomito, e un ulteriore 25% soffre di nausea senza vomito. In conclusione, solo il 25% delle donne non soffre né di nausea né di vomito in gravidanza.
La nausea e il vomito in gravidanza sono in un insieme di disturbi che vanno dal debole disagio al risveglio fino all'iperemesi gravidica, condizione che può compromettere la salute materna.
L'iperemesi gravidica si verifica nello 0.3%-3% delle gravidanze e dopo il parto prematuro è la causa più comune di ospedalizzazione in gravidanza. Spesso non si tratta il disagio mattutino, perché lo si considera comune e normale. Da un'altra parte le donne possono evitare le terapie per timori a proposito della sicurezza in gravidanza.
L'American College degli Ostetrici e dei Ginecologi (ACOG) ha recentemente aggiornato le linee guida per il trattamento della nausea e del vomito, aggiungendo informazioni sulla dieta, sui cambiamenti nelle proprie abitudini, sulle medicine alternative o complementari, sulla terapia farmacologica e sulle cure in ospedale.
L'ACOG raccomanda che la nausea e il vomito gravidico vengano trattati precocemente, in modo da prevenire un'eventuale progressione in iperemesi gravidica, la cui sintomatologia è più difficile da controllare.
I fattori di rischio per la nausea e il vomito includono un aumento della massa placentare, come per esempio nelle gravidanze gemellari, avere una sorella o una madre con diagnosi di iperemesi gravidica, essere in gravidanza di un feto femmina, e avere una storia di chinetosi (mal di mare o di macchina) o di emicrania.
Le donne con un aumento della massa placentare (gravidanza molare o multipla) hanno un rischio aumentato di progredire verso l'iperemesi gravidica. Uno studio ha riportato che approssimativamente due terzi delle donne riferiscono di avere avuto episodi di vomito importante nella prima gravidanza, e queste stesse donne hanno riportato la stessa sintomatologia nella seconda gravidanza. Nello stesso studio il 50% delle donne con sintomi deboli nella prima gravidanza riferivano un peggioramento nella seconda.
Molti studi hanno riportato un basso tasso di aborti spontanei nelle donne con nausea e vomito gravidico. Questo sembra potersi attribuire al fatto che una gravidanza che decorre bene provoca una grande sintesi di ormoni da parte della placenta, più che pensare che la nausea e il vomito possano essere protettivi. I risultati dell' ACOG dicono che non c'è relazione fra la nausea e il vomito, e un aumento del rischio di malformazioni. Da altri studi si rileva che non c'è correlazione neanche con basso peso alla nascita.
Lo standard raccomandato è assumere l'acido folico tre mesi prima del concepimento,e questo può ridurre l'incidenza e la severità della nausea e del vomito. Lo studio dice anche che prenderle al momento del concepimento migliora comunque l'efficacia rispetto a cure più tardive.
L'ACOG raccomanda che la vitamina B insieme alla Doxylamina sia il primo presidio farmacologico nella nausea e vomito gravidici. Questa terapia è stata approvata anche dalla US Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento delle donne che non rispondono a cambiamenti dietetici e delle abitudini di vita. Nel 1983, un farmaco che conteneva vitamina B e doxylamina fu tolto dal mercato negli USA (anche in Italia) dalla casa produttrice a causa di una causa intentata da una madre per una malformazione fetale. Successivamente non è stata stabilita nessuna relazione di causa.
Lo zenzero viene raccomandato come un'alternativa non farmacologica e sicura per trattare la nausea e il vomito e,sebbene le evidenze scientifiche siano moderate ci sono studi attendibili che ne hanno stabilito l'efficacia.
L'agopuntura, i braccialetti e la stimolazione elettrica di punti precisi non sembrano efficaci più di placebo. L'ACOG raccomanda comunque di iniziare precocemente la terapia della nausea e del vomito per evitare la progressione, nonostante le evidenze siano limitate.
Un altro farmaco maggiore che può essere usato nei casi gravi è l'ondansentrone.
Poiché esso può alterare l'attività elettrica cardiaca, l'ACOG raccomanda che le pazienti con fattori di rischio per aritmia, storia personale o familiare, infarti, ipopotassiemia, vengano monitorizzate per gli elettroliti che con l'elettrocardiogramma.
Le linee guida 2015 dell'ACOG hanno stabilito che il rischio assoluto per il feto con l'ondansentrone è basso.
Una lista di 13 categorie di farmaci controindicati in pazienti che assumono l'ondansetrone include gli antidepressivi triciclici e tetraciclici e qualche antipiscotico. L'ondansentrone può essere assunto per via orale, per endovena, e per via sottocutanea. E' un farmaco riservato a casi gravi, del quale bisogna valutare bene il rapporto rischio/beneficio.
Sebbene si possa vedere un ipertiroidismo nelle analisi durante una iperemesi gravidica, le gestanti senza storia di ipertiroidismo pregravidico possono aspettare che la condizione si risolva spontaneamente fino a 20 settimane senza farmaci antitiroidei.
L'ACOG valuta che oltre il 70% di pazienti con iperemesi gravidica abbia una soppressione del TSH o elevati livelli di tiroxina libera. In queste pazienti l'ipertiroidismo non va trattato senza un evidenza di una vera malattia tiroidea come gozzo, o anticorpi antitiroidei, o tutt'e due.
Il metilprednisolone come farmaco per nausea e vomito gravi e iperemesi gravidica, è limitato come raccomandazione di grado B, in quanto le evidenze scientifiche della sua utilità sono molto basse. Sebbene il suo effetto teratogeno sia debole, esso deve essere evitato prima della decina settimana di gestazione, e usato con precauzione. L'uso del metilprednisolone durante il primo trimestre di gravidanza è associato con malformazioni fetali con due casi su 1000 donne trattate.
Deve essere usato solo in casi estremi, solo per tre giorni, in caso di mancata risposta, e non più di due settimane. Se risulta l'unico farmaco efficace e la situazione è grave può essere usato dopo le 6 settimane, ma mai prima della sesta.
Gravidanza a basso rischio: le informazioni contenute nel video, così come il testo della canzone, corrispondono e riflettono raccomandazioni tratte dalle linee guida degli Istituti Superiori di Sanità internazionali.
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21 novembre 2015