Indifferenza-omologazione-smarrimento

ANORESSIA - LO SPECCHIO E LA MACCHIA DELL'ADOLESCENZA del Dr. Alex Pagliardini.

Indifferenza-omologazione-smarrimento C'è stata l'adolescenza degli anni sessanta. Era un discorso che voleva rompere con l'Altro, con tutto quel che era stato, cercava lo scontro, proponeva il nuovo, lasciamo perdere sul fatto che voleva un altro padrone al posto di quello che contestava e l'ha avuto, ma era comunque l'adolescenza del conflitto con l'Altro, l'altro adulto.

C'è poi stata l'adolescenza degli anni novanta, la generazione x, i Nirvana, Seattle. Ebbene la x indicava lo smarrimento, con la rabbia e i simboli che lo contrassegnavano, ma c'era comunque lo scontro, e se pur annichilente a tratti, la rottura.

Oggi sembrerebbe che l'adolescenza non sia più una rottura dialettica, un tentativo di farsi spazio in modo nuovo a partire dal limite dell'autorità, della tradizione, ma da un lato il tentativo di omologarsi e aderire a stereotipi, dall'altro un rifiuto radicale, cieco, privo di qualsiasi dialettica con la tradizione. Sembra che l'adolescenza di oggi stia sostituendo la triade sopra indicata con un'altra indiffrerenza-omologazione-smarrimanto.

Ci sono alcune caratteristiche del mondo contemporaneo che sembrano aver prodotto questo spostamento. Non posso articolare la questione ma mi limito ad indicare quattro caratteristiche del discorso contemporaneo che produco l'abolizione della particolarità del soggetto.

In primis l'imperativo a godere, il totalitarismo dell'oggetto di godimento, il godere come nuovo imperativo etico. C'è una coalescenza tra questa spinta e la dimensione illimitata, eccessiva, della pulsione, che come abbiamo detto è strutturale, da cui il soggetto contemporaneo, in particolare adolescente parassitato e disperso, isolato e smarrito, nella dimensione del godimento.

L'anoressia e la bulimia sono la manifestazione a volte tragica di soggetti in balia dell'irruzione della pulsione e al contempo dei tentativi estremi di porre un argine – pensiamo alla disciplina anoressica che crolla nell'abbuffata bulimica, ma anche la stesa passione del niente, della rinuncia, delle passione delle ossa dell'anoressica come deragliamento, mentre le condotte espulsive bulimiche come limite.

Il panico sembra invece il momento della pura irruzione. In generale i sintomi contemporanei sono la manifestazione di questo eccesso di godimento. Se prima ho messo l'accento sulla dimensione contingente e imprevedibile e sulla dimensione etica del desiderio per contrapporla a quella mortifera dell'identità ingessata non ho forse sottolineato che nel produrre questa il soggetto trova anche una propria fisionomia, un proprio stile, e che dunque è proprio il desiderio, il limite, la difesa, l'abito, che fa di questo eccesso un più e non un troppo.

Abbiamo poi a che fare con la deriva dell'igenismo, l'ossessione scientista per la quantificazione e la medicalizzazione compulsiva, con l'idea della stregua difesa della salute, della bella forma ecc... imperativi ad una regolazione che finisce per far fuori la particolarità – che trova posto solo in un sistema incompleto che fa posto all'eccezione, al taglio, all'errore – a favore di un intossicazione identitaria sai dal lato del narcisismo che dell'omologazione.

Facendo fuori la particolarità e il desidero questo discorso alimenta quel che annuncia di voler combattere: lo smarrimento e l'eccesso pulsionale - ci troviamo in una sorta di "kantismo" contemporaneo. Non solo la caduta degli ideali, della funzione del limite e della presa simbolica rende difficile rispondere all'irruzione della dimensione pulsionale tipica dell'adolescenza, ma quel che ancora più significativo è che l'Altro contemporaneo, nella doppia forma dell'imperativo a godere e igenismo, non lascia più spazio alla dimensione del desiderio e non ne dà più testimonianza, dunque esclude l'unico modo soggettivo attraverso il quale nell'adolescenza si può rispondere, si può scegliere di rispondere all'irruzione della pulsione – questi due versanti sono intimamente connessi proprio nell'anoressia-bulimia.

Va inoltre aggiunto che le forme contemporanee mostrano sempre più come l'effetto di questo discorso sia il rifiuto del desiderio dell'Altro e dell'Altro sesso come partner per rispondere all'enigma della pubertà-adolescenza, ma anzi come il partner sia proprio tale rifiuto.

Il passaggio dalla prima triade alla seconda, dall'etica del desiderio alla deriva del godimento, mi pare sia, tra l'altro, l'effetto di questa torsione contemporanea. Altre due caratteristiche del contemporaneo sono da un lato quella della società liberista e dell'ideologia della libera scelta che presuppone un soggetto psicologico bombardato dall'impulso di scegliere, che riduce la scelta ad una adesione, e dell'altro quella della società post-moderna che presuppone un soggetto trascinato dalle circostanze, e dunque solo vittima.

Non articolo ciò ma sono altri due tratti che eludono lo spazio della scelta e della responsabilità. Quel che il discorso contemporaneo sembra suggerirvi per sfuggire dalle impasse in cui vi riconosce è "essere sé stessi", diciamo pure altra cosa rispetto a quella che abbiamo cercato di articolare oggi, per questo ho messo l'accento sul separarsi da sé stessi. Essere sé stessi è il ritornello al quale si potrebbe rispondere col coro essere l'Altro e dunque mancare a essere sé stessi.

La via della felicità commerciale, dell'utilitarismo manageriale, l'inganno ad essere sé stessi, non solo sono contrari all'etica del desiderio ma aboliscono l'etica del desiderio. La propria particolarità è sempre ciò che si è perso e sta nell'Altro, o meglio la particolarità è un modo di cercare ciò che si è perso nell'Altro.

Essere sé stessi è un'indicazione astuta, in quanto mira a produrre il consumatore perfetto, il soggetto applauso, ma che si scontra con un impossibilità, - impossibilità che dobbiamo difendere - in quanto il più intimo di se stessi è nell'Altro, e la nostra particolarità è il modo in cui nell'Altro lo cerchiamo, senza trovarlo mai ovviamente.

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Pagina aggiornata il 10 giugno 2009

Anoressia

Anoressia e bulimia, cosa c'è dietro al disturbo. Non si mangia soltanto per sostentarsi, mangiare è un'attività carica di simboli e con essa esprimiamo la nostra relazione con il mondo

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