Anoressia: L'esperienza del panico
ANORESSIA - L'ESPERIENZA DEL PANICO del Dr Alex Pagliardini.
Tutto è vita Questo passaggio di Lacan viene esplicitato in una sua importante conferenza tenuta a Roma, intitolata La terza, durante la quale fornisce almeno un'altra preziosa indicazione per intendere il panico.
Attraverso una complessa ricollocazione dello statuto del corpo Lacan definisce l'angoscia come «il sospetto di essere ridotti al nostro corpo» alla quale possiamo aggiungere "il panico è l'essere ridotti al nostro corpo", è l'esperienza in cui si coincide con l'alterità della pulsione, dunque si annulla l'alterità e si coincide con se stessi, in una sorta di autoriferimento assoluto – se c'è qualche hegeliano credo possa intendere bene questo movimento.
Nell'angoscia rimaniamo al limite dell'autoriferimento, nell'angoscia c'è l'incontro con l'essere presi come oggetto della pulsione, ma come oggetto articolato nel e col campo dell'Altro, nel panico c'è invece la coincidenza con il proprio statuto di oggetto senza alcun riferimento all'Altro.
Si delinea qui un altro aspetto. Questo eccesso di vita, eccesso pulsionale, la sua irruzione, ha nell'esperienza del panico la coloritura dello stare per morire, dell'immanente prossimità alla morte. Credo vadano chiarite due cose: la pulsione è sempre e propriamente pulsione di morte, e la pulsione di morte non è tanto la spinta a morire o alla distruzione, quanto questo eccesso di vita.
Dunque la pulsione di morte non ci indica affatto il voler morire ma il non poter morire; ecco che il timore e la prossimità della morte nell'esperienza del panico sembrano indicare un appello ultimo, l'invocazione di un limite estremo in grado di arginare l'insopportabile eccesso di vita.
Stare in piedi
Il panico come fallimento dell'angoscia
Il soggetto del panico
Tutto è vita
L'uso del panico
Direzione della cura
L'istante assoluto
Note
Anoressia - Bulimia - Obesità Dipartimento di salute mentale RMD
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Pagina aggiornata il 10 giugno 2009